Crescita aziendale ragionando fuori dagli schemi: è questa la trasposizione italiana del Growth Hacking, un mix di Marketing, Sviluppo prodotto e Analisi dei dati.
Le strategie di Growth Hacking sono consigliate alle startup ma vengono intraprese anche dai grandi brand: recentemente imprese come Amazon, Dell, Expedia e Skype hanno utilizzato un approccio che andava a migliorare i loro canali di marketing attraverso l’utilizzo di tecniche di Growth Hacking.
Quello che le aziende producevano e vendevano cinquant'anni fa erano solamente prodotti fisici: automobili, capi di vestiario, detersivi, ecc. Oggi la maggior parte dei prodotti è virtuale. Sono programmi, ebook, applicazioni o siti web. E quelle competenze che servivano per promuovere prodotti fisici non sono più efficaci. Il lavoro del Marketer era promuovere il prodotto fisico attraverso la pubblicità, il Growth Hacker usa la sua creatività per creare nuovi modi di diffondere un prodotto. Il lavoro del Growth Hacker è quello di trasformare visitatori in utenti.
Il padre di questo concetto è Sean Ellis: la crescita di alcune start-up della Silicon Valley (tra cui Dropbox) è dovuta proprio al suo lavoro. Come ha fatto Dropbox a portare il numero dei suoi utenti a 200 milioni in pochi anni? Inserendo uno strumento di diffusione del prodotto nel prodotto stesso: ogni qualvolta inviti un amico a registrarsi ricevi spazio gratuito. In questo modo non c’è bisogno di spendere grosse cifre in pubblicità, è il prodotto stesso a promuoversi, perché ogni utente è invogliato a invitare nuovi utenti.
“Il growth hacking è un processo di rapida sperimentazione attraverso una serie di canali di marketing per individuare i modi più efficaci per far crescere un business.” – Sean Ellis
